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mercoledì 21 settembre 2011

La "mission" dell´accademia delle Imprese Europea sul territorio campano

Dopo le prime fasi organizzative, a seguito dell´incontro tenutosi a Salerno nel mese di agosto tra l´Accademia delle Imprese Europea ed il Coordinamento Campania guidato dal Responsabile Daniele Orilia ed i suoi componenti Michele Caprio e Francesco Maria de Feo, si è passati alle fasi operative che lo stesso Coordinamento ha iniziato a sviluppare sul territorio campano.
Il Responsabile Dott. Daniele Orilia, in una nota sottolinea che tra le azioni fattive e sinergiche portate avanti, sono stati avviati contatti con le Amministrazioni locali interessate a promuovere e favorire la commercializzazione dei prodotti locali e del territorio da cui essi provengono.
In particolare si sono tenuti incontri con le Provincie di Salerno ed Avellino al fine consentire a queste ultime di monitorare e sostenere i comuni ricadenti nel territorio per la realizzazione delle DE.CO. attraverso l´emanazione di delibere di giunta.

Inoltre, evidenzia il Responsabile del Coordinamento, sono stati effettuati degli incontri, tra i quali:
il Presidente dell´Associazione Allevatori di Salerno Franco Commentale il quale gestisce i rapporti con i produttori locali del settore agricolo e allevamento della provincia di Salerno e della Comunità Montana del Cilento e Vallo di Diano, territorio che vanta una notevole quantità di produzioni di eccellenza.
l´Assessore e lo staff del Comune di Maiori il cui Sindaco è Presidente della Conferenza dei Sindaci dei Comuni della Costiera Amalfitana, al fine di diffondere e promuovere l´adozione di tale strumento a tutti i comuni costieri aderenti.
Si sono avviati contatti con l´Assessore del Comune di Fisciano ove ha sede l´Università degli Studi di Salerno e tenuti incontri con il D.I.IN. - Dipartimento di Ingegneria Industriale dell´Università degli Studi di Salerno in persona del Prof. Roberto Palmieri, il quale ha dato la propria disponibilità nell´organizzazione dell´evento permettendo al Coordinamento Campania di contattare l´Ancitel (associazione dei comuni campani).
Il Presidente dell’Accademia delle Imprese Europea Giuseppe Ariobazzani, nel commentare la nota inviata dal Responsabile Dott. Orilia, esprime soddisfazione nell’operato del coordinamento, sottolineando come la professionalità dei componenti del coordinamento Campania abbia saputo tramutare in azioni fattive e concrete la “mission” dell’Accademia delle Imprese Europea, inoltre, aggiunge il Presidente, abbiamo ricevuto un forte segnale di presenza sul territorio campano, significando come, le azioni di sviluppo portate avanti dall’accademia con grande spirito di squadra, trovano riscontri positivi nei territori aperti alle azioni di sviluppo sinergiche come quello campano.

Salerno:Muri e manifesti: tutti ci mettono la faccia, meno che l’uomo da battere

Piera Carlomagno L’ondata finale non ha colto di sorpresa nessuno. 
Dopo le iniziali scaramucce, i candidati si sono rassegnati e, anzi, adesso ci mettono il carico da novanta e ogni posto è buono per piazzarci… la faccia. E visto che siamo al rush finale e veramente non c’è più tanto da andare per il sottile, va bene anche in orizzontale o persino capovolti, purché ci siano gli amati odiati manifesti. Vince decisamente, per l’onnipresenza, il candidata sindaco del Pdl Anna Ferrazzano. È il mezzobusto che campeggia in tutta la città. Giacca di taglio maschile o camicetta bianca, schiena dritta ed espressione più che decisa, che si rivolga alle donne o agli automobilisti, che preannunci battaglie o smascheri ambiguità, lei c’è. In serie lunghissime e ossessive. È lui che non c’è. Per Vincenzo De Luca bastano i colori, la grafica, lo stile ormai riconoscibile e le frasi, bandiere dei suoi candidati, che quasi cancellerebbero il loro per metterci il nome del sindaco uscente. Il simbolo dei Progressisti, il salernitanissimo arco del diavolo che basta a tutti i candidati di quella lista? Da Franco Picarone a Mimmo De Maio, gli orfani del «6 x 3» vietati in dirittura d’arrivo, oppure Alfonso Buonaiuto, che non ha resistito alla tentazione di mettere la sua faccia davanti ai simboli di un futuro turistico e  produttivo. Splendidi primi piani senza rughe per i Giovani di De Luca, come Rudy Di Giacomo. Rosso coraggio per Nino Savastano, basta la faccia per Pasquale Stanzione, le bandiere dell’istituzione per Pasquale Amoroso e un mezzo sorriso per Raffaele Della Valle. Comunque vada, loro sono «Fieri di Salerno». Dall’altro lato, dopo la Ferrazzano, conquista il podio per la quantità di manifesti affissi, Antonio Cammarota, mancato candidato sindaco dell’area Carfagna, ripreso in un blu dipinto di blu. Come non notare Martina Castellana, col sorriso smagliante e la trovata della fotografia delle elementari, in una classe di maschietti? Arriva poi la carica di Alleanza per Salerno, il sole negli occhi di Carlo Di Ruocco, l’espressione da «sorriso ma non troppo, come la Gioconda» di Pietro Smeriglio, l’intelligente gioco di parole «Valori in Comune» di Mimmo Losasso. Niente foto ma disegni per Sel. Enzo Maraio si concentra sulla parola «giovani», ma lui, che giovanissimo lo è davvero, così stilizzato ricorda un poco il conte di Cavour. Evidentemente non è ancora il momento, ma «Per una politica che faccia - dice Matteo Schiavone - Io ce la metterei la faccia». E gli altri candidati sindaco? Salvatore Gagliano ci assicura da tempo che: «Salerno sarà la città di tutti», mentre finora non compaiono Rosa Egidio Masullo, Valerio Torre e Andrea Cioffi. Intanto ci promette «disponibilità e concretezza» Luca Cascone di Campania Libera, «coerenza» anche in bianco e nero Antonio Pierro del Pdl, e confessa «Credo» Roberto Celano. Mimmo Ventura, progressista, ci tiene a ricordare che «Soltanto uniti diventiamo una sola voce, la voce del popolo», mentre l’ultima «attaccata» è la bionda Donatella Martuscelli di Alleanza per Salerno. Sobrio, Raffaele Adinolfi del Principe di Arechi preannuncia però «Una politica diversa», mentre Enzo Casola di Alleanza ci mette un tarlo: «La logica di un obiettivo comune», recita sibillino. Si rilassa in maniche di camicia e braccia conserte Angelo Tedesco del Pdl, mentre Claudio Milite per De Luca ammonisce che il suo è «Un impegno che merita fiducia». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA: il Mattino.

SALERNO IN: UN NUOVO MODELLO DI BUSINESS NETWORK

Inviato Filippo Ispirato

La nostra città in quest’ultimo periodo sta diventando sempre di più una fucina di nuove idee innovative da parte di giovani interessati a rimanere nel nostro territorio e a promuovere progetti originali o mutuati da altri contesti italiani ed europei ed implementarli nel nostro territorio. In quest’ottica ho avuto modo di incontrare il Dr. Antonio Monizzi, presidente di Salerno In, e il Dr. Francesco Maria de Feo, esperto di marketing e promotore del progetto Salerno In. Salerno In è un nuovo business network ispirato ai più noti social network presenti sulla rete internet del tipo Linked In, Facebook, My Space e Twitter, con la differenza di essere legato al territorio ed avere l’obiettivo di creare una rete relazionale tra imprenditori e professionisti appartenenti al nostro territorio. Per avere delle idee più chiare in merito all’iniziativa, riportiamo di seguito l’intervista tenuta con il Dr. Antonio Monizzi che ci ha dato delle informazioni dettagliate in merito
Come è nata l’idea di creare questo gruppo a Salerno?

Da un incontro di persone e di idee, dalla voglia di riportare in auge un modello archetipo della nostra cultura, l’agorà di ellenica memoria. Io e Francesco ci occupiamo di business professionalmente ed abbiamo trovato naturale in virtù delle nostre esperienze pregresse, sviluppate soprattutto lontano da Salerno, confrontarci, scambiare idee, valutare insieme come ri-proporre la nostra attività in un territorio a noi caro ma che ci appariva al tempo stesso anche un po’ ostico e diffidente. Ci siamo quindi chiesti come poter fare “rete” come promuovere relazioni positive tra imprenditori e professionisti, e la realtà dei Club IN e di LINKEDIN ci è sembrata la soluzione più adatta per la loro caratteristica di facilitatori di business e di incubatori di idee, forieri di collaborazioni da una parte ma anche potente mezzo di stimolo di nuovi modi di fare , pensare, collaborare, conoscersi!!!
In cosa consiste? Quante persone vi fanno parte?
L’idea è di organizzare degli incontri dove donne e uomini di business si possano incontrare al di fuori di contesti classici e canonici del loro agire professionale, lontano dalla loro scrivania, non legati al protocollo tipico della vita associativa, svincolato da una stretta rispondenza diretta alla propria attività, incontrando magari professionisti di altri settori e realtà. Oggi non crediamo sia possibile fare un “inventario” ufficiale di chi fa parte della partita, ma c’è un nucleo di una decina di “fan” su cui contare per lanciare le prossime iniziative. Infatti il primo incontro, quello che abbiamo voluto chiamare il numero “zero” c’è già stato ed ha contato la partecipazione di più di quaranta intervenuti, soprattutto grazie allo spirito di iniziativa e la capacità di coinvolgimento di Francesco.
Chi può partecipare alle vostre iniziative?
Semplice…. Chiunque professionista, imprenditore, studioso o semplicemente curioso voglia interfacciarsi con altre persone interessate al mondo del business nella sua città.
Ci sono altri esempi simili in Italia e nel mondo?
Certo che si, in Italia il fenomeno comincia a prendere piede, ci sono già una decina di club ufficiali, dal capostipite Milan IN a Parma In, Florence In, Turin In, fino al località più vicine a noi come i due club Napoli In e Napoli Business-Club In. Poi ci sono molte altre realtà in via di accreditamento come appunto la nostra Salerno In. Quello dei club IN è un caso tutto italiano che peraltro ha avuto il riconoscimento ufficiale a livello mondiale da Linkedin, grazie al lavoro svolto per promuovere LinkedIN stesso in Italia.
Come è stato accolto a Salerno il gruppo Salerno IN?
A dire la verità non ci aspettavamo già, dal primo appuntamento , un cosi ampio ventaglio di consensi e la partecipazione di aziende, professionisti e categorie di rappresentanza degli esercenti salernitani.
Quali sono i progetti realizzati e quelli in cantiere?

Salerno IN oltre la serata inaugurale è stata media partner di due importanti eventi:
Salerno Wine Festival, il primo salone del vino del Sud Italia che si è tenuto a Paestum domenica 17 e lunedì 18 Luglio 2011.
OASI OLOS, IL BENESSERE TARGATO BUSINESS, triplice appuntamento dell’estivo all’insegna delle Relazioni efficaci nel Business del Mangiare Sano e del Benessere.

Bellizzi Moda e Spettacolo, a Settembre e il secondo appuntamento Salerno IN all'insegna dell'argentina al ristorante "La Boca".
In cantiere ci sono poi,  incontri tematici per promuovere la cultura del Business in Salerno con associazioni di categoria ed il mondo universitario ed un prossimo evento dal nome “Qual è il tuo Obiettivo? Il nostro fare business insieme”.

giovedì 1 settembre 2011

Steve Jobs e il Personal Branding


Nei giorni scorsi Steve Jobs si è dimesso dal ruolo di amministratore delegato di Apple.
In molti si sono domandati quale sarà il futuro dell’azienda senza Jobs al comando, temendo un immediato crollo delle azioni in Borsa ed evidenziando come nell’immaginario collettivo le sorti di Jobs siano inscindibili da quelle di Apple.
Il caso di Steve Jobs e Apple è in effetti più unico che raro: non ci sono aziende tecnologiche di queste dimensioni – Apple è una multinazionale da 50.000 dipendenti – dove il creatore si identifica così fortemente con la sua creatura.
Per esempio, in pochi sanno che HP è stata fondata in uno storico garage di Palo Alto da Bill Hewlett and Dave Packard, ed è diventata un colosso da più di 300.000 dipendenti anche senza l’occhio vigile dei suoi fondatori (ormai deceduti da tempo).
E chi conosce i nomi dei fondatori di Intel? o dell’attuale CEO? eppure parliamo del leader mondiale dei semiconduttori, una società che ha infilato un processore in praticamente tutti i computer del pianeta ed in grado di macinare miliardi di dollari all’anno di fatturato (nonché di utile).
Parlando di aziende stranote sul web, scommetto che i 2 fondatori di Yahoo! – Jerry Yang e David Filo – sono sconosciuti ai più, e credo che nemmeno Larry Page e Sergey Brin (i 2 founder di Google) siano noti e identificabili dal grande pubblico (guardati questi impietoso confronto fra i 3 effettuato con Google Statistiche di ricerca):
Steve Jobs vs. Larry Page vs. Sergey Brin


Steve Jobs, insomma, è un brand noto almeno quanto quello della sua Apple, con tutti i rischi che da ciò ne derivano.
Credo infatti che un brand personale smisurato ha senso solo se l’obiettivo della persona è quello di vendere se stesso: attori, cantanti, personaggi dello spettacolo, è giusto che puntino principalmente all’accrescimento del loro brand perché è con la loro persona che lavorano e guadagnano; la persona, insomma, è il prodotto.
Ma quando la persona guida una azienda che deve potenzialmente durare “in eterno”, è bene che pensi alla logica della squadra di calcio: una compagine costituita da un assoluto fuoriclasse in grado di trascinare il gruppo, ma anche da alcuni talenti e tanti bravi portatori di palla che dalle seconde linee lavorano in silenzio, con tenacia e senza clamore, per portare l’intero team al successo.
Perché il vero tifoso, da che mondo è mondo, per tutta la vita continua a tifare per la stessa squadra, anche se questa attraversa periodi bui, anche se questa perde e scende in serie B. Prima si tifa la squadra, poi i singoli giocatori che la compongono, che nel tempo possono cambiare e passare ad altre squadre.
Ma non si cambia squadra solo perché il fuoriclasse passa dall’una all’altra, o magari si ritira per raggiunti limiti di età. 

Che ne pensate? Dal Tagliablob

A Salerno il Piano di Marketing Low Cost




Il Piano di Marketing Low Cost, sintetizza in poche pagine tutti quegli aspetti dell’azienda che possono essere ottimizzati o migliorati e suggerisce una serie di azioni immediate, da intraprendere mediante l’impiego di nuove idee e strumenti low cost. Dal riposizionamento di un prodotto, ad una strategia low cost di distribuzione, passando per un packaging innovativo con un limitato numero di colori, fino ad arrivare ad un piano di comunicazione con mezzi low cost.  Il piano di marketing è un documento che riassume il modo in cui l’impresa intende raggiungere obiettivi strategici mediante programmi di marketing, mediamente con un arco temporale annuale/biennale.
CONTENUTI  E FINALITA’ DI UN PIANO DI MARKETING LOW COSTIl  piano di marketing low cost è un documento che  aiuta il management a prendere delle decisioni poichè analizza semplificandoli, diversi aspetti dell’azienda, clienti, attività, concorrenti, opportunità da sfruttare, prezzi, mercato, ed altri fattori che incidono in maniera determinante sulla vita aziendale.
Con il piano di marketing low cost si determina e rispetta un budget per il marketing, si elaborano delle strategie di marketing, si pianificano azioni di marketing non convenzionale, si impara a svolgere ricerche low cost efficaci, ma soprattutto si valutano le esigenze dei clienti e l’offerta di reali vantaggi.  Inoltre si comprende come tessere relazioni e servirsene per trarne il massimo vantaggio oltre a valutare l’importanza di costruirsi una forte identità.  Si sfruttano al massimo i media, le pubbliche relazioni e le campagne pubblicitarie.
Ecco alcune fasi per la redazione di un piano di marketing low cost:
1. FOTOGRAFIA INIZIALE – BRIEFING LOW COST –  SITUAZIONE ATTUALE DI MARKETING
Individuiamo le esigenze dei clienti per elaborare un piano di marketing low cost:
  • Chi sono i miei clienti?
  • Chi sono i miei potenziali clienti?
  • Che tipo di persone sono? Che entrate hanno? Quali sono le loro esigenze?
  • Dove vivono?
  • Possono fare acquisti? Faranno acquisti?
  • Sto offrendo loro dei reali vantaggi, quando e come lo desiderano?
  • La mia attività è nella migliore posizione possibile?
  • I miei prezzi sono giusti?
  • Quale percezione hanno i clienti della mia attività?
  • Chi sono i miei concorrenti?
  • Come si rapporta la mia attività con quella della concorrenza?

2. RICERCA DI MERCATO LOW COST E ANALISI SWOT
L’elemento chiave che consente di elaborare un piano efficace è la ricerca di mercato che permette di raccogliere informazioni di marketing che vengono, poi, ordinate e incrociate attraverso l’analisi SWOT.  L’ analisi SWOT (punti di forza, punti deboli, opportunità e rischi) costituisce un semplice strumento che aiuta a identificare problemi e opportunità utili per prendere decisioni meno rischiose e più ponderate.
punti di forza e i punti deboli sono fattori che dipendono fortemente dalla vostra attività. Fattori interni come tratti della personalità, dipendenti, flusso di cassa ed esperienza sono cruciali a questo punto dell’analisi. Ad esempio, se avete una buona esperienza nel settore e avete dipendenti molto competenti, inserirete questi fattori nei punti di forza.
Per svolgere adeguatamente questa parte dell’analisi SWOT, dovete affidarvi alla ricerca, che può essere eseguita con costi contenuti. Se desiderate avere informazioni sulle strategie pubblicitarie messe a punto dalla concorrenza, potete iniziare studiando i media locali e nazionali, se è il caso.
  • I concorrenti hanno pubblicato annunci vistosi nella pagine gialle?
  • E nei giornali e nelle riviste?
  • Fanno pubblicità alla Tv o alla radio?
  • Quanti competitor ci sono nella zona?
  • Quanti clienti ci sono nella zona?
  • Quali sono i prezzi medi della concorrenza?
  • Quanti scontrini stacca il ns. competitor?
Un esame oggettivo dei vostri punti di forza e punti deboli interni vi consente di valutare con precisione l’attuale posizione della vostra azienda. Inoltre, vi consente di fare programmi per il futuro. L’analisi SWOT deve prendere in considerazione tre principali tipi di risorse:
  • Le persone del vostro team
  • Le finanze disponibili (liquidi e crediti)
  • Le capacità di fabbricazione e produzione
Le opportunità e i rischi sono fattori esterni alla vostra attività, ma con un forte impatto su di essa. Gli andamenti economici, i punti di forza e i punti deboli della concorrenza, le normative esistenti o in arrivo, i progressi tecnologici, lo stile di vita e le tendenze demografiche e le esigenze e i gusti della clientela fanno parte di queste categorie. Quando le opportunità intersecano i punti di forza, significa che avete scoperto una possibilità di crescita per la vostra attività.
I punti deboli interni possono intersecare i rischi esterni. Ad esempio, se avete un debito cospicuo (punto debole interno) e i tassi di interesse sono in aumento (rischio esterno), siete esposti a un grosso rischio. Un leggero incremento del tasso di interesse effettivo potrebbe determinare spese significative non pianificate.
3. OBIETTIVI DEL PIANO E STRATEGIE DI MARKETING
Si enunciano gli obiettivi di marketing che l’impresa intende raggiungere entro i termini fissati dal piano e si discutono le modalità principali per il loro conseguimento. Gli obiettivi devono essere specifici e quantificabili per poter misurare costantemente il progresso dell’impresa ed eventualmente poter intraprendere azioni correttive. Pertanto se l’obiettivo è di accrescere la quota di clientela del 15% verranno evidenziate le modalità.
Quando elaborate il vostro messaggio di marketing, assicuratevi di concentrarvi sui vantaggi offerti e non sulle caratteristiche.
A questo punto, il vostro compito è identificare i vantaggi che i clienti desiderano. Come la maggior parte delle persone, probabilmente desiderano:
  • Sentirsi sicuri
  • Essere felici
  • Divertirsi
  • Essere attraenti
  • Essere sexy
  • Avere successo
  • Piacersi
  • Piacere agli altri
  • Non provare dolore
  • Avere più tempo libero
  • Ottenere maggiori risultati in meno tempo
  • Sentirsi bene
  • Mangiare bene
  • Essere in salute
  • Avere contatti con le persone che amano
Prima di qualunque strategia di marketing è necessario sviluppare strategie di contatto: utilizzo di associazioni e organizzazioni industriali come valida fonte di materiale per le ricerche. Si tratta di un valido modo per ottenere informazioni sul business, soprattutto tra professionisti che gestiscono imprese complementari.
Un’ottima fonte di informazioni sulle associazioni è la directory sul sito Web di InfoCamere. Analizzate l’elenco e identificate le organizzazioni che potrebbero apportarvi più vantaggi: potrebbero essere di tipo locale, nazionale o internazionale, specifiche di un’industria o più generiche. Molte offriranno contributi sindacali; altre includeranno vantaggi per i membri, quali newsletter o l’accesso a una formazione di tipo professionale.
La partecipazione alle organizzazioni industriali garantisce la visibilità, ma se volete sfruttare il pieno potenziale delle relazioni dovete andare oltre la semplice adesione e cercare di ottenere ruoli prominenti. Prendete il timone di un comitato o di un evento: quando diverrete un leader riconosciuto nel settore, i vantaggi commerciali si moltiplicheranno.

4. MERCATO DI RIFERIMENTO
Se state cercando di offrire tutto a tutti, probabilmente siete destinati al fallimento. Fareste invece meglio a individuare il segmento o i segmenti di mercato che desiderate raggiungere, capire come i prodotti o servizi offerti possono soddisfare le esigenze dei consumatori del settore in questione e redigere una breve dichiarazione che illustra i vantaggi al vostro pubblico di riferimento.
Maggiore è la precisione con cui descrivete la vostra clientela di riferimento, migliore sarà la modalità di utilizzo delle risorse per massimizzare i profitti e fidelizzare i clienti. L’ideale sarebbe individuare uno o più mercati di nicchia. Oppure, può essere un gruppo di clienti con esigenze specifiche che non vengono soddisfatte dagli altri concorrenti presenti sul mercato.
In linea di massima, i clienti dei mercati di nicchia hanno le seguenti caratteristiche:
  • Rientrano in un profilo ben definito. I dati demografici, psicografici e geografici relativi a questo gruppo possono essere rilevati senza difficoltà. La psicografia include caratteristiche basate su ideologia, valori, credenze e attitudini.
  • Sono facilmente contattabili. È possibile individuare almeno due o tre metodi per recapitare informazioni a questo gruppo.
  • Rappresentano un potenziale profitto. Questi clienti spendono annualmente una cifra tale per l’acquisto di simili prodotti o servizi da giustificare l’impegno di marketing.
5. BUDGET
A quanto deve ammontare il vostro budget per il marketing? Non esiste una risposta univoca.
Le categorie relative alle spese per il marketing comprendono in genere:
  • Comunicazioni
  • Ricerca
  • Pubblicità
  • Eventi
  • Pubbliche relazioni
Una diffusa regola empirica è scoprire quale percentuale investono i concorrenti nelle campagne di marketing e adeguarsi a questo importo o superarlo. In nessun caso dovete elaborare un piano di marketing che prevede investimenti minori di quelli della concorrenza. Se non siete a conoscenza del budget riservato dalla concorrenza alle campagne di marketing, non preoccupatevi. Una breve ricerca vi aiuterà a scoprire il budget standard nel vostro settore.
6. SCELTA DEL MEZZO DI TRASMISSIONE GIUSTO
Dovete scegliere il mezzo pubblicitario che vi garantirà la maggiore esposizione ai potenziali clienti. Contattate i reparti marketing di stazioni televisive e radiofoniche, le società Internet e altri sbocchi, chiedendo loro un dossier. Vi consentirà di confrontare i dati demografici del pubblico e il costo di ogni opzione.
IDEA LOW COST
da: http://www.marketinglowcost.it