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mercoledì 5 gennaio 2011

Marketing. A Salerno, intervista ad Antonio Monizzi

Intervista (semi-)seria, ma non troppo “semi” sullo stato dell’arte del marketing, a cura di Francesco Maria de Feo, marketer salernitano, esperto in wellness marketing.

Cosa prende? Due marketer macchiati, grazie. Francesco Maria de Feo, intervista Antonio Monizzi Team Leader di “Connecting Managers”, network relazionale, durante la pausa caffè.

“Qual’è oggi la ragion d'essere di un uomo che si occupa di marketing a cosa deve dare risposta?” “Beh come domanda iniziale non è proprio male…Quando si dice “rompere il ghiaccio”. Ma va bene così" sorride Monizzi, "procediamo immarcescibili, diretti al cuore del problema. Credo però che per rispondere alla tua domanda valga la pena riflettere per qualche istante su cosa sia oggi il marketing. Trovo affascinante quanto detto in proposito da Leavitt “Il marketing è diverso dalla vendita come la chimica dall’alchimia, l’astronomia dall’astrologia, gli scacchi dalla dama».

Ma al di là delle definizioni canoniche più o meno dettagliate ed articolate che si possono desumere da testi ormai quasi sacri (vedi il monumentale marketing management di Kotler) o da qualche buon manuale sull’argomento, penso che la sostanza del Marketing stia, oggi come ieri, nella necessità delle aziende, delle organizzazioni, dei professionisti di affermare il proprio carattere differenziale, la reason why, in sostanza la risposta alla domanda “perchè io?”, ovvero perché i miei stackholders o ‘pubblici di riferimento’, dovrebbero scegliere me, premiare la mia offerta.

Potremmo dirla con un motto che ho sentito una volta citato anche da te che emerge la necessità di “distinguersi per non estinguersi”. A questo punto però si pone un’altra questione a mio parere alquanto affascinante. Ultimamente nei miei dialoghi sia on che off line, mi capita spesso che mi dicano…. “ Ho letto dei tuoi corsi dei tuoi interventi sul web…. Ti occupi allora di web marketing???” Bene io rispondo che sono un marketer, che certo vivendo il suo tempo ed il suo spazio, non può prescindere dal tenere in debito conto le modificazioni e le accelerazioni che la rete ha provocato e continua a produrre ogni giorno di più.”

“Nella crisi che attraversiamo quali sono le priorità di cui un'azienda deve tener conto?”
“Repetita Juvant…. “Distinguersi per non estinguersi”, al mio buon amico Marco Merangola a questo punto fischieranno le orecchie…. Questo è il suo slogan preferito!!! Ma il fatto è che trovare la propria ragion d’essere dovrebbe essere il cruccio essenziale di chiunque si trovi ad agire in un contesto fortemente competitivo, tanto più in un momento di crisi, dove l’offerta sembra sopravanzare di gran lunga la domanda.
Per realizzare questo intento è necessario riflettere a fondo e con dovizia di particolari sul processo di mission-vision-obiettivi che sta al centro dell’elaborato strategico di un piano di marketing. Nella definizione di questa triade però non si può prescindere dall’esistenza di un prodotto-servizio che sia frutto di competenza, coerenza e costanza. Insomma il modello che io ho battezzato come il modello del manager co.co.co, anche per evidenziare la mancanza di certezze granitiche che è caratteristica della nostra epoca della nostra società.

Certo il fattore costo deve essere ben valutato, ma questa posta dovrebbe essere oggetto di attenzione sempre e non in chiave destrutturante e demotivante ma di serio controllo di gestione e di visione lungimirante. Come dire, sguardo lontano e piedi ben piantati per terra”.

“Cosa si intende per rapporto "maieutico" nella recezione dei segnali dell'ambiente in cui il marketer vive ed opera?”
“Curiosità, vivacità e voracità intellettuale, passione per l’altro e per gli altri, buona predisposizione nei confronti del virtuale, apertura mentale, tanta, tanta creatività e una discreta dose di olio di gomito", continua Monizzi, "questi sono alcuni requisiti salienti per tratteggiare il ritratto del marketer contemporaneo, non un tuttologo si badi bene, ma uno specialista che si rende conto di agire sempre di più in un contesto, che sarebbe meglio definire un iper contesto.
In comunicazione si dice che chi domanda, comanda ma anche e di questo si parla meno, chi ascolta, guida, in questo piccolo assioma mi pare ci sia una risposta sensata alla tua domanda”.

“Che versus sta prendendo il marketing? Si sta evolvendo? se si, in quale direzione?
“Panta rei… tutto scorre…. Ovvero non ci si bagna mai nello stesso fiume. Tutto cambia pare essere l’unica certezza in un mondo altrimenti senza più paradigmi di riferimento stabili e ripetitivi.
Anche il marketing si deve interfacciare con questo stato delle cose, stiamo andando sempre di più spediti verso un rapporto paritario tra aziende e consumatori, parafrasando Fabris si può parlare oggi di consumATTORE, ma anche di consumAUTORE.
In sostanza di consumatoRE, che guida il rapporto, il marketer ed attraverso di lui il marketing devono sviluppare il senso dell’ascolto appunto maieutico, ma anche affinare il loro spirito creativo, un problem solving innovativo, focalizzarsi sempre di più sul bisogno e non sul prodotto. In breve debbono imparare a “PENSARE DA CLIENTE….AGENDO DA PROFESSIONISTI”.

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