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domenica 9 gennaio 2011

Le nuove forme di lavoro, da MyMarketing.net

Massimo, 25 anni, vive in una grande città del Nord Italia. Neolaureato in Scienze della Comunicazione, ha un forte interesse per tutto ciò che riguarda questo mondo; il suo obiettivo è inserirsi in una grossa azienda, nell’area della comunicazione. Il Mercato sembra però abbastanza chiuso, l’unico canale di accesso sembra essere lo stage, con nessuna garanzia di inserimento lavorativo successivo. Che fare? 

Massimo arriva dal consulente di orientamento ormai deluso e certo della sconfitta: nessuna azienda gli proporrà mai un contratto di lavoro. 
E’ uscito dall’Università, con una laurea in scienze della comunicazione conquistata con voti soddisfacenti e in tempi rapidi, convinto che sarebbe stato semplice percorrere una strada in un’azienda dove avrebbe raggiunto in fretta posizioni di responsabilità nell’area della comunicazione. Ma così non è stato, non fino ad oggi almeno. 
Le possibilità che ha individuato riguardavano solo stage: in realtà medio piccole, come le agenzie di comunicazione e organizzazione eventi, oppure all’interno dell’area comunicazione di grandi società. 
Nonostante la presenza di una forte concorrenza sul mercato di giovani in possesso di una laurea, come lui, ma anche di altri con master di specializzazione, Massimo non si è mai arreso e ha continuato la sua ricerca. Ha pensato che potesse giocare a suo favore inserirsi in una grande società, valutando anche uno stage come un’opportunità importante di formazione. 

Ha accettato così la proposta di stage di una grossa multinazionale informatica, dove è stato subito coinvolto nell’organizzazione di una fiera internazionale. Ha potuto sperimentarsi da subito nel lavoro che aveva tanto desiderato fare. Ma nel giro di due settimane l’evento è stato realizzato e concluso. Massimo si è ritrovato improvvisamente ad occupare una scrivania senza essere coinvolto nelle attività dell’area a cui era assegnato. Si è sentito dire dal proprio tutor che i dipendenti stessi hanno poco lavoro, perché in questo settore della comunicazione funziona così: “Dipende dai periodi dell’anno e in ogni caso l’attività sarà sempre quella: ciclicamente tutti gli anni, gli stessi eventi, le stesse “cose”... e molto spesso svolgendo solo funzioni di supporto all’areaMarketing.” 

Spaventato da una realtà che non s’immaginava così, Massimo decide di rivolgersi ad un esperto di orientamento professionale, sperando che un punto di vista diverso lo aiuti a far chiarezza su di sé, sui suoi obiettivi e sul Mercato del lavoro. 
Così intraprende un percorso di orientamento professionale. Comincia ad analizzare le motivazioni per cui aveva deciso di laurearsi in Scienze della comunicazione e i propri interessi: cerca di far emergere, seppur con difficoltà, che cosa vuole veramente dal lavoro


Massimo, con il supporto del consulente, piano piano fa chiarezza e riesce a stabilire alcuni punti fermi: 

- privilegia nel lavoro gli aspetti più legati alla relazione; 
- ha buone capacità organizzative, dimostrate anche durante il percorso universitario; 
- riesce ad essere spontaneamente il punto di riferimento all’interno di un gruppo di lavoro, che gli riconosce frequentemente un ruolo “informale” di leader; 
-  ama il mondo della comunicazione in generale, ma valuta più adeguato ed interessante per lui l’ambito della comunicazione rivolta agli utenti-consumatori. 

Infatti all’interno di quest’area si seguono l’organizzazione e il coordinamento di tutte le attività, destinate a pubblicizzare e promuovere il marchio, i prodotti o i servizi di un’azienda, attraverso: 
- la progettazione e l’avvio di campagne pubblicitarie; 
- la realizzazione di sponsorizzazioni; 
- la pianificazione di incontri e di iniziative culturali; 
- la proposta di eventi speciali e di convegni. 

La scelta adesso diventa più facile, anche se Massimo deve ancora chiarire se vuole: 

- proporsi ad un’azienda che abbia al proprio interno un’area di comunicazione ben definita 
- oppure ad un’agenzia magari di medie dimensioni 

Con le sollecitazioni dell’orientatore, Massimo comprende che è più adatta a lui la seconda possibilità. Infatti nell’agenzia avrebbe modo di esprimere maggiormente la sua creatività e le doti di organizzazione e di relazione. Inoltre, aspetto non secondario, scopre di non ambire ad un contratto di lavoro di tipo dipendente, ma sarebbe felice di un contratto di tipo consulenziale. 
Così dopo un periodo dedicato alla redazione di un CV in cui, grazie all’aiuto del consulente di orientamento, riesce ad esprimere in modo più chiaro competenze ed obiettivi, seleziona le Agenzie di comunicazione presenti sul territorio e comincia l’azione di autocandidatura. 
Dopo una serie di colloqui, Massimo decide di accettare un incarico a progetto per un’agenzia che gli affida subito la responsabilità di alcuni clienti. Raggiunge così finalmente quegli aspetti tanto ricercati nel lavoro, felice di mettersi alla prova in questa nuova esperienza.



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